Matrimoni: cosa è cambiato dopo la pandemia? Cose da sapere nella scelta di un fotografo di matrimonio.

Matrimoni: cosa è cambiato dopo la pandemia? Cose da sapere nella scelta di un fotografo di matrimonio.
31-05-2021

Uno tsunami ha colpito il mondo degli eventi e quello dei matrimoni in particolare: il suo nome lo conosciamo tutti, è Covid 19. I suoi effetti si sono sentiti non solo sulla salute delle persone e sull’economia, con una riduzione del reddito per molti professionisti; ci sono stati cambiamenti sociali e culturali. Coppie che progettavano da tempo la cerimonia di nozze si sono trovate a doverla rimandare e a dover ripensare al budget da investire nell’evento. E allora, perché non delegare le foto a un amico che ha una buona attrezzatura con la quale abitualmente è solito scattare belle foto? Sembra una buona idea, ma siamo sicuri che lo sia veramente?

Il risultato non si è fatto attendere: tra agosto e ottobre 2020 si sono potuti celebrare matrimoni con ricevimento incluso. In questo periodo, non solo persone che hanno l’hobby della fotografia, ma soprattutto nuovi professionisti a prezzi sensibilmente ridotti si sono proposti sul mercato. 
I risultati? Nella maggior parte dei casi non positivi. Vediamo perché!

I rischi di scegliere un fotografo non professionista

Se il prezzo è inferiore, che sia un amico o un fotografo non specializzato in matrimoni, qualche motivo ci sarà. Fare il fotografo durante un matrimonio richiede una preparazione specifica, non basta saper fare una bella foto; la professione ha tutta una serie di regole non scritte, di comportamento, che sono fondamentali tanto quanto (e forse di più) l’abilità tecnica. Il fotografo dovrebbe essere pressoché invisibile: non è il protagonista della scena, lo sono gli sposi, la cerimonia. È un regista, più che un attore. E per riuscire in questo deve essere capace a posizionarsi nel modo adeguato, anche per non intralciare gli altri addetti ai lavori come un parroco o il personale della struttura del ricevimento.

Un fotografo che non riesce a stare al suo posto ai matrimoni potrebbe essere non solo imbarazzante, ma creare dei problemi con l’officiante della cerimonia o con il capo della struttura. Vediamo alcuni comportamenti che assolutamente non si dovrebbero vedere:

●     Non è un invitato: è lì per fare un lavoro, un lavoro che rimarrà nella memoria di tutti i presenti alla cerimonia.

●     Non dà confidenza agli altri invitati e non mangia con loro. Consumerà un pasto veloce, insieme agli altri operatori.

●     Dovrà essere vestito in modo adeguato, non con jeans e camicia hawaiana, ma con un dress code elegante e informale.

Essendo un giorno in cui tutto dovrebbe essere perfetto, i momenti problematici dovrebbero essere il meno possibile. E soprattutto, la sbavatura, ci potrà essere e ricordata con un sorriso. La scelta di un fotografo non specializzato rischia di essere un disastro annunciato in partenza. Inoltre, il risultato delle foto potrebbe essere non proprio quello previsto: per fare foto ai matrimoni serve una preparazione specifica, soprattutto in Italia dove a sposarsi vengono coppie da tutto il mondo. Il matrimonio è forse l’evento più complesso da organizzare (e da fotografare). Davvero vale la pena affidarsi a un professionista di cui non siamo sicuri al 100%?

La necessità di un ordine apposito

Non esiste (e non sarà possibile che venga istituito) un ordine dei fotografi, ancora meno un ordine dei fotografi di matrimoni. E questo per decisione e orientamento della Comunità Europea che stabilisce che non si possono più costituire nuovi Albi Professionali a meno che non siano indispensabili.per difendere gli interessi delle persone comuni: l’intento è quello di andare verso una deregolamentazione ovvero una riduzione delle norme che regolano le attività. Questo significa una svalutazione per tutte quelle professioni (e il fotografo di matrimoni è una di queste) che richiedono un percorso di qualifica importante e artigianale, che avrebbe bisogno di essere tutelato e  inquadrato.

Un fotografo di matrimoni per lavorare ha bisogno di avere la partita iva e l’iscrizione al codice ateco come fotografo di eventi e cerimonie ed è tenuto a pagare regolarmente le tasse. Durante il periodo della pandemia lo stato ha garantito i 600 euro del bonus partita iva ma non gli aiuti elargiti dal bonus imprese, per il quale il codice ateco dei fotografi non rientra. Gli effetti? L’intera categoria è in ginocchio e si rischia la chiusura in blocco.

La ripartenza è prevista per il 15 giugno. Sarebbe bello che le esperienze di quanti hanno scelto di non affidarsi a un professionista fossero utili per i novelli sposi di quest’anno. Perché il matrimonio è sempre un giorno indimenticabile e sarebbe bello che i ricordi e tutto il materiale fotografico fossero alla sua altezza.

 


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